Nel 2001 l’Unione europea ha posto ai paesi membri l’obiettivo di ridurre la mortalità per incidente stradale del 50% entro il 2010: il nostro Paese lo ha raggiunto nel 2013, in linea con la media europea. Tale obiettivo è stato rinnovato per il 2020. Nel confronto fra il 2014 e il 2010 i decessi si riducono del 18% a livello europeo e del 17,8% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2014 ci sono stati 51 morti per incidente stradale nella UE-28 e 55,6 nel nostro Paese. Nella graduatoria europea l’Italia si colloca al 15esimo posto, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia.
Nel 2014 gli incidenti stradali con lesioni a persone rilevati in Italia sono stati 177.031 (ISTAT 2015), corrispondenti ad un tasso di 291,2 incidenti per 100mila abitanti. I sinistri hanno causato il decesso di 3.381 persone, mentre altre 251.147 sono rimaste ferite. Si tratta di un fenomeno che colpisce prevalentemente il genere maschile, da un lato perché percorre un maggior numero di chilometri alla guida, dall’altro perché attua comportamenti alla guida più spericolatati rispetto al genere femminile. Rispetto al 2013 è stata osservata una diminuzione del numero degli incidenti stradali (-2,5%) e dei feriti (-2,7%), mentre per il numero dei morti la flessione è molto contenuta (-0,6%). All’interno del panorama nazionale, la Toscana è una delle regioni in cui si verifica il maggior numero di incidenti stradali: nel 2014 sono stati 16.654, pari al 9,4% del totale che, rapportati alle popolazioni, rivelano come la nostra regione si posizioni ai primissimi posti in Italia. Analizzando la gravità delle conseguenze degli eventi accidentali attraverso l’indice di mortalità (numero di deceduti ogni 100 incidenti) e l’indice di lesività (numero di feriti ogni 100 incidenti), sembra invece che la Toscana sia tra le regioni più sicure, con un indice di mortalità di 1,5 ogni 100 incidenti (Italia: 1,9), preceduta solo da Liguria e Lombardia, e con indice di lesività di 132,4 ogni 100 incidenti (Italia: 141,9), dietro a Liguria e Trentino Alto Adige. La principale causa di incidente stradale è l’eccesso di velocità (ISTAT 2015), si tratta tuttavia della “causa finale” che ha provocato l’evento, ovvero quella riportata nei verbali delle Forze dell’ordine, mentre le reali cause che hanno spinto al superamento dei limiti di velocità, vale a dire la guida in condizione psico-fisica alterata e le distrazioni al volante, non vengono rilevate. Lo studio EDIT permette di aprire una finestra in questo ambito, fornendo interessanti ed utili evidenze in termini di fattori di rischio degli incidenti stradali, nella fascia d’età, quella dei 14-19enni, in cui si sperimentano vari stili di vita, in concomitanza con l’acquisizione della patente di guida. L’analisi si focalizza sul sottogruppo dei “guidatori abituali”, ovvero coloro che hanno dichiarato di guidare “tutti i giorni o quasi” oppure “qualche giorno la settimana” un mezzo tra ciclomotore, minicar, scooter, motocicletta e auto. Tale gruppo è costituito da circa 2mila studenti ed è rappresentativo del 45,5% del campione generale (maschi: 66,8% - femmine: 33,2%). Dal 2005 ad oggi, il gruppo dei guidatori abituali è in sensibile e costante riduzione, in parte anche a causa della crisi economica, che ha provocato la riduzione dell’uso dei mezzi privati, a vantaggio di quelli pubblici, come conseguenza dell’aumento dei costi dei carburanti e di gestione dei veicoli stessi. Il 41% del gruppo ha dichiarato di aver effettuato almeno un incidente nella vita mentre era alla guida; tale percentuale è inferiore di 6 punti rispetto a quella dell’indagine 2011, proseguendo quindi il trend in diminuzione già iniziato nel 2008, in linea con i dati nazionali forniti dall’ISTAT. Il 20,9% dei guidatori abituali ha dichiarato di aver effettuato almeno un incidente stradale nell’ultimo anno precedente all’intervista. L’analisi delle conseguenzedegli incidenti stradali, misurata attraverso il conteggio degli eventi che richiedono un accesso al pronto soccorso oppure un ricovero ospedaliero, rivela un risultato positivo: oltre ad essere diminuito il numero di incidenti è diminuita anche la loro gravità. Nel 2005 gli incidenti per i quali si erano rese necessarie cure mediche si attestavano infatti al 43,4%, dato confermato nel 2011 (42,3%), mentre nel 2015 il valore scende al 31,3%, inferiore dunque di 12 punti percentuali a quello della precedente indagine. Il 24,8% del gruppo partecipante all’indagine ha guidato almeno una volta nell’ultimo anno dopo aver bevuto troppo, il 18,3% dopo aver assunto sostanze stupefacenti, il 23,8% fumando una sigaretta, mentre il 43,1% parlando al cellulare. Nel nuovo questionario 2015 sono state inserite nuove domande che indagano comportamenti come avere ascoltato musica ad alto volume durante la guida (53,6%), avere guidato in condizioni di stanchezza (56,9%) ed infine avere guidato in condizioni di ritardo (79,1%). Per tutti questi fattori, ad eccezione della musica alta durante la guida, per la quale vale il contrario, il genere maschile stacca quello femminile, anche se la differenza tra i due generi è preponderante solo per la guida in condizioni di ubriachezza e quella sotto l’effetto delle sostanze stupefacenti. Confrontando, invece, chi ha avuto almeno un incidente nella vita con chi non ne ha avuti, risulta che la percentuale di maschi che ha avuto un sinistro è significativamente maggiore rispetto ai pari genere che non ne hanno avuti (69,3% vs 60%, p<0,001), mentre per quanto riguarda le femmine vale il discorso esattamente contrario (30,7% vs 40%, p<0,001).
Tra gli stili di vita analizzati, le maggiori differenze percentuali tra chi ha avuto sinistri e chi non ne ha avuti sono relative ad ascoltare musica ad alto volume durante la guida, utilizzare sostanze stupefacenti, guidare dopo aver bevuto troppo, fumare una sigaretta durante la guida, guidare in condizioni di stanchezza. Le altre caratteristiche per le quali le differenze sono minori (ma che comunque rivelano che la percentuale di chi ha riferito di aver avuto incidenti è maggiore di quella di chi ha riferito di non averne avuti) sono i comportamenti sessuali precoci, avere atteggiamenti da bullo, aver ripetuto almeno un anno scolastico. Secondo il modello di regressione logistica, in cui tutti i fattori indagati sono statisticamente significativi, il rischio più basso di incidente è associato a guidare in condizioni di stanchezza (OR=1,3). Sorprende come la guida dopo aver bevuto troppo riveli un dato più basso delle aspettative (OR=1,5), in linea con un fattore di rischio che in letteratura riveste un ruolo minore, vale a dire fumare una sigaretta durante la guida. Ascoltare musica ad alto volume durante la guida rivela un OR=1,6 mentre è lievemente superiore il dato riferito alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti (OR=1,7). La variabile del modello che più di ogni altra aumenta il rischio di incorrere in un sinistro è la guida in condizioni di ritardo (OR=2,2).