In Italia il gioco d’azzardo rappresenta la terza industria per fatturato dopo ENI e FIAT (quasi il 5% del PIL). I giochi a vincita immediata, quali Gratta e Vinci, Videopoker, Slot Machine e Bingo, risultano essere ad oggi ancora i più diffusi. La spesa italiana (al lordo delle erogazioni delle vincite), si aggirava nel 2013 intorno ai 75 miliardi.Dal punto di vista epidemiologico, il gioco d’azzardo, rispetto agli altri comportamenti d’abuso (abuso di sostanze psicotrope, alcolismo ecc.), risulta essere ancora un ambito non del tutto esplorato. Tuttavia, è ormai di comune accordo che più dell’80% della popolazione adulta giochi o abbia giocato a un gioco d’azzardo nella vita.
Come riportato nella maggioranza degli studi condotti, la prevalenza dei giocatori patologici nella popolazione generale adulta varia dall’1% al 3%. Già dal 2008 è stata inserita nell’indagine EDIT una sezione sul gioco d’azzardo, con l’obiettivo di fornire una dimensione alla diffusione di questo fenomeno tra gli studenti in Toscana ed alla loro propensione al gioco d’azzardo problematico (GAP). Ai ragazzi è stato chiesto se nel corso della loro vita avevessero mai giocato o scommesso per soldi; la tipologia di giochi o scommesse fatte; la frequenza di gioco (nel mese) ed il luogo (ricevitorie, Internet, sale gioco, casa ecc.). Inoltre, ai ragazzi è stato somministrato il Lie/Bet, un test di screening tipicamente utilizzato nelle fasce giovanili della popolazione e che permette l’individuazione dei soggetti a rischio. Il 47,4% degli intervistati dichiara di aver giocato almeno una volta nella vita ad un gioco d’azzardo, -11% circa rispetto al 2011, con una netta prevalenza dei maschi rispetto alle femmine. Nella distribuzione per età si registrano i picchi più alti a 16 e 18 anni. Tra coloro che hanno compilato il Lie/Bet, i ragazzi che hanno risposto affermativamente ad una o entrambe le domande e che risultano quindi avere questo problema sono in tutto il 7,5%, con una discreta differenza tra maschi e femmine (12,7% vs 2,0%). Questo dato rispecchia quanto riportato anche in letteratura circa la problematicità di questo fenomeno tra gli adolescenti e vede una significativa riduzione rispetto al 2005 e al 2008, spingendoci a considerare un ruolo della crisi economica nella minor propensione dei ragazzi a spendere danaro per i giochi in generale. La distribuzione per età fa registrare il picco più alto a 17 -18 anni, età che, soprattutto per le femmine, è risultata preponderante anche per i giocatori “sociali” (almeno una volta nella vita).
I dati presentati sembrano essere del tutto congrui con quelli rivelati per l’Italia tramite l’ultima indagine ESPAD disponibile: la percentuale di studenti di 15-19 anni che giocano d'azzardo è passata in Italia dal 47% del 2009-2011 al 39% del 2014 e si è anche ridotta la quota di studenti-giocatori con un profilo definito a rischio o problematico. I giovani giocatori a rischio o problematici (sulla base del test Sogs-Ra) sono il 7% di tutti gli studenti (il 4% a rischio e il 3% problematici), mentre fino al 2011 rappresentavano l'11% (rispettivamente il 7 e 4%).